sabato 30 dicembre 2006

Incontri

Quarantotto ore di semi-isolamento.
Autocommiserazione? Stanchezza?
Esco. Due libri da riconsegnare mi portano fra quelle colonne.
Sola.
Non passano due minuti.
Un braccio intorno alle spalle. Da destra.
Un sorriso enorme, denti splendenti, occhi allegri.
Sei un bell'uomo, penso.
E, sempre con quel braccio sulla mia spalla,
parli, ridi, mi racconti.
Mi annunci la festa danzante, ci vediamo lì, vero?
Ci salutiamo.
Due minuti dopo, da sinistra,
un'altra serie di denti bianchi,
un'altra mano sul mio braccio.
Sei un bell'uomo, penso.
Mi dimentico spesso di te, penso.
Sorrisi, parole, appuntamento per i prossimi giorni.
Ritorno alla tastiera.
Cammino fra gli scaffali, giù nei corridoi,
salgo le scale, mi siedo a leggere.
In fila. Un altro braccio si allunga verso di me.
Certo che mi ricordo di te.
Ti ho visto al piano di sotto.
Davvero?
Sorrisi, parole, proviamo una rimpatriata?
Sono felice che lavori con la musica.
Ciao. Un piacere averti incontrato.
Esco. Alla porta un'altra coppia di dentature sorridenti.
Mi piace questa coppia.
Essere "bruttini" non significa niente,
abbiamo pensato in molti all'inizio della vostra storia.

Ora sono allegra.
Vado in cerca di slip rossi.
Niente, troppo brutti.
Che faccio?
Aperitivo - voce del verbo aperitivare-
l'uomo capelli argento mi invita a passare il fine anno a casa sua.

Rientro con l'autobus, fa freddo.

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