mercoledì 22 febbraio 2012

...e altri che

Ieri ho inventato un silenzio stampa lungo fino a sera. non esatta premeditazione ma sincera astensione da comunicazioni di sorta. l'umore era quello della sera prima, circa. galleggiamento con spaesamento ma senza ansia o agitazione. ieri con aggiunta di "se mi state alla larga è meglio". qualcuno si è prodigato in messaggi e chiamata (una) a cui non sono riuscita a rispondere. sono riuscita a non-rispondere, in realtà. troppe ore però diventano crudeltà mentale. ho chiamato e ho scoperto che sparire un po' mette in movimento pensieri e azioni. questa volta efficaci e semplici. ha disdetto l'impegno che aveva, mi propone cambio programma. le parole che ho sentito erano concentrate e chiare, dirette e dolci.
non quel ronzio da viva voce che in questi giorni mi ha dato noia. non quel "ti parlo ma non ascolto neppure quello che dico". non quella "chiamata di servizio" che non sopporto quando diventa uno dei doveri della giornata, quella con la voce metallica del casello dell'autostrada in sottofondo.
in un'ora, con scarto di cinque minuti, non ritardo di un'ora, è arrivato e mi ha portato a cena fuori (che intuito, non avrei cucinato neanche un uovo).
serata liscia come l'olio, la verità ripristinata: non sono solo io che non apprezzo certe cose, anche lui preferisce altro...
alle sei questa mattina sembriamo due che hanno fatto le ore piccole, come è. facciamo i turni in bagno barcollando come zombie e ci scappa da ridere pensando a come sarà la giornata lavorativa. ore 6.45 in centro, luce. che l'inverno procede verso la primavera. lui si lancia in autostrada mentre io entro al job e inizio con il terzo caffè in mezz'ora

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