giovedì 17 maggio 2012

Vagabonda che son io...

Mi dicono "ti chiamo fra cinque minuti". Non salgo in moto, che in moto non posso telefonare (e non voglio). Passeggio un po' e guardo il mondo, la gente, il sole. A due passi da dove vado tutti i giorni. Padri cinesi parlano in italiano a bimbi piccoli che fanno tante domande. Madre africana ritira i suoi figli all'uscita della scuola, anche lei parla con loro nella lingua del paese dove vivono. Gente con piccole, veloci borse su ruote, si avvia sorridente verso la stazione ferroviaria. Qualcuno prende un caffé al bar, al sole. Le vetrine mostrano prezzi improvvisamente più bassi. Guardo in alto e scopro terrazzi in cima ai palazzi, con giardini rigogliosi e qualcuno che legge lassù. Passo da finestre aperte da cui si sentono violini e pianoforti. E se sorrido a chi incrocio per strada, ricevo una bella risposta sorridente. E, camminare a zonzo per il centro, oggi che sono sì stanca ma molto meno (la decisione saggia di ieri sera, a letto alle dieci, ha dato buoni frutti), mi regala un'immediato sollievo dalle fatiche lavorative. Stiamo tutti bene, va bene. Lucrezio stasera!

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