mercoledì 5 settembre 2012

Le ultime pagine

di un libro sono sempre qualcosa di non-innocente... A volte arrivano che quasi ti dispiace, che vorresti startene ancora un pochino in compagnia della storia e dei personaggi. Altre volte leggi le ultime pagine quasi correndo e sorridendo, pregusti il finale e il momento che chiuderai il libro. Spesso sei soddisfatto e beato all'idea che l'autore ti ha fatto passeggiare con lui in atmosfere colorate, nelle vite delle persone. Ci sono anche i libri che erano bellissimi ma che nelle ultime trenta pagine ti lasciano un sapore amaro, a volte capita che ti venga una specie di tenerezza nei confronti dello scrittore perchè ti sembra che abbia lasciato la presa, che abbia perso l'ispirazione, che non abbia saputo tenere la storia fino alla fine. Ultimamente mi capita di lasciare molti libri a metà, mi annoiano, mi deludono, non mi invitano in alcun modo a desiderare sapere null'altro, non sono divertenti, non sono compagni ma giochi di scrittura mal riuscita o storie inutili di personaggi inconsistenti. Non mi forzo più di leggere se non mi diverto, forse non l'ho mai fatto. Però non lasciavo libri a metà. Ieri sera ho finito un libro di molte pagine. Non mi ha appassionato ma il protagonista mi era simpatico e c'era qualcosa che mi incuriosiva, volevo sapere dove saremmo arrivati. Gli altri personaggi erano poco più di una citazione, non mi dispiaceva. Il finale è un finale, purtroppo solo nella sua accezione più banale. Una specie di tradimento. Il protagonista diventa una persona diversa nelle ultime tre pagine, la storia si conclude semplificando e non rispondendo a nulla delle piccole ispirazioni buone del testo. Ma va bene lo stesso, l'atmosfera delle ultime cose raccontate era talmente surreale e reale che me le sono sognate e sono rimasta dieci minuti sospesa a giocare con le sensazioni evocate nelle ultime righe. Ora cosa leggo? Ci vorrebbe una bella vacanza...

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