giovedì 13 gennaio 2011

HEREAFTER

Facendosi in tre l’autore mette lo spettatore al centro di qualcosa di indefinibile eppure familiare come il dolore dell’essere, produce punti di vista potentemente fuori binario sul tema della morte...

Sì, il tema è suggerito ma non ci sono risposte o interpretazioni. L'emozione è con lo spettatore e ci sono momenti in cui ti puoi commuovere ma senza che la favolistica sia stridente, anzi, è talmente dichiarato che la verosomiglianza non c'è...almeno per me è stato così. Le storie parallele mi sono piaciute comprese le scene troppo "pulite" che non hano mai lasciato il film. I ragazzini deliziosi, il mondo inglese raccontato come nei racconti di Dickens, simpatico. Il mondo francese molto "interpretazione americana della Francia". L'operaio americano che sembra un professore di lettere, ma dai...
Ma il cinema è racconto e luci e fotografia e ritmo e sensazioni suggerite e sguardi sulle cose e le persone. O sulle loro rappresentazioni. Clint è sempre preciso e piacevole, perfetto senza essere stucchevole, americano senza vergogna.
Ed è meraviglioso in una cosa importantissima: niente risposte, niente ricette, niente morali. Solo cinema e personaggi.

Per la cronaca, la serata è stata perfettamente all'insegna del relax.

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