sabato 12 dicembre 2009

Scherzetti e bacetti

Mattinata al lavoro di completa pace. Nessun disturbo, calma. Ho ripreso pratiche che durante la mia assenza sono state abbandonate, ho fatto un po' di ordine, con la collega abbiamo sistemato in modo creativo un problema, ho fatto entrare in cassa un bel po' di soldi, ho finalizzato alcune prenotazioni perfette e serene con sconosciuti con cui ci siamo scambiati simpatiche e piacevoli parole. E l'ho presa con calma. E ho fatto belle chiacchiere con l'anziano collega che passava per caso. E con un giovane uomo simpatico dal sorriso smagliante. Che poi ha la mia età.

Che poi siamo finiti a parlare della "singletudine", che lui scherzava e diceva "finché magari arriva quella che mi incastra e mi spenna". Che però, dice, non è mica facile trovare una single dopo i quarant'anni. Il collega anziano allora dice, fra il serio e il faceto, che deve rivolgere le sue attenzioni a donne giovani dell'est o dell'oriente, di quelle sottomesse e docili che pur di sistemarsi sono disposte a essere geishe (tipo).
E lui, con il sorriso che mette allegria solo a guardarlo, sbotta "e no, cazzarola, mica ho bisogno di un cane o di un oggetto per espletare cose sessuali. Una donna la penso come una compagna con cui parlare, discutere, scambiarsi opinioni ed entusiasmi, con cui essere non con cui recitare ruoli assurdi". Lo guardo più attentamente, è allegro e consapevole, forte senza alcuna rigidità, è carino. Scherza e ammicca. Quando racconta della casetta che comprò in Sardegna dopo un anno di militare, scherza con me e dice che, per esempio, tu mica sei libera, no? E invece sì, dico, e il problema esiste anche nel senso inverso. Altre stupidaggini, ridiamo.

Quando se ne va, rientra, mi fissa un secondo, gli faccio gli auguri, allora si avvicina per darmi due bacetti. Che mica eravamo in confidenza fino ad oggi. Ciao. Guardo le sue spalle e i suoi ricci biondo rossiccio allontanarsi. Mi ha messo di buon umore.

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