Sono bastati due secondi. E mi ritrovo per terra con la moto sulla gamba a gridare che qualcuno mi liberi. Dopo otto ore su una barella, esco dal pronto soccorso in lacrime. Gamba e braccio sinistri con un gigantesco cartone a parlare chiaro: non ci si muove di casa per un bel po', l'agognata vacanza salta, l'autonomia diventa un lusso che rivedrò fra un poco di tempo. Le amiche trasmettono solidarietà e amore, qualcuno si da molto da fare e trova soluzioni di grande aiuto. Alla faccia della pazienza che non avevo più voglia di portare...
A questo punto non c'è molta scelta. Usare questo tempo per fare e agire, leggere e studiare, spurgare e ristabilire, depurare e rifocalizzare, rilassarsi e progettare. ESSERE. GUARDARE. ASCOLTARE.
E ridere. Che lo so che sembro proprio una vecchietta nel mio tentativo di movimento lento con il bastone del nonno.
2 commenti:
Un pò di pazienza, un pò di riposo, il computer, i libri, i dvd e tutto il nostro affetto..e ritorni in piena forma!
baci
lù
grazie Lù, l'affetto è una gran bella medicina
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