martedì 14 luglio 2009

L'afa non aiuta

Prospettiva, un'altra.
Mi sentivo benino, si fa per dire. Ma il caldo in mansarda in una città da guinness per tasso di umidità, due oggetti ingombranti e contundenti che non permettono nulla che assomigli ad una doccia rinfrescante, un disperato tentativo di pisolino ristoratore fallito causa sudore und prurito und carenza di ossigeno und nervosetto in crescita esponenziale...Stato di calamità umorale!
Tento con il caffè shakerato (con attrezzo che simula l'arnese dei barman), la posta elettronica mi aiuta un po' con lettera zeppa di abbracci dell'amico del cuore, mi precipito (eufemismo perfetto che la mia velocità, ora che il cartone maxi se ne sta scivolando lentamente a segarmi la caviglia, è dimezzata) ad accendere l'aria confezionata e il ventilatore scassato.
Calma, vieni a me, please. Che non vorrei le amiche mi trovassero incastrata nella mini vasca da bagno con vestiti, arti inzuppati e un sorriso ebete.

Che di richieste pretenziose di pazienza è piena la vita.
Che lo so che passa, perchè tutto passa, prima o poi.

(Dal lavoro si appellano alla mia creatività e fantasia, che magari ho l'idea meravigliosa. Il mio sostituto sta male. Chi si potrebbe precettare per colmare l'emergenza bis? Bella domanda. Collego l'amico che mi ha chiamato due giorni fa per dirmi che è senza lavoro con la dolce collega che si ritrova in questo casino e che, ciò nonostante, ogni mattina cerca di consolarmi con la sua telefonata affettuosa. E che ce la mandi buona)

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