mercoledì 28 ottobre 2009

Mobbing

La capessa è in una gabbia, quella della vendetta e dell'ostile battaglia indiscriminata. Mi rompe, mi spia, mi mente. Si inventa cose e bugie, si imbroglia nella ricerca di accuse nuove e fantasiose. Non capisco dove voglia andare a parare. Forse un semplice braccio di ferro per crearsi alibi e un "diversivo" per distrarsi dalla sua noia quotidiana. Mah. La collega a questo punto è perplessa più di me e non sa più come arginare le sue fissazioni.
Schizzofrenici cambi di atteggiamento si susseguono. La dittatrice del latifondo è fuori controllo. Mi guarda in cagnesco, poi, improvvisamente, cerca una falsa armonia, esibisce un sorriso che più recitato non si può e pretende che si giochi alle allegre ragazze. Dieci minuti dopo pretende di sapere cosa avrei detto in una telefonata e si inventa un fantomatico errore che avrei fatto. Non è vero, lo diciamo in due e non si convince. Sclera un po'. Le passa e mi chiama per mostrarmi una cosa frivola. E via così, alla mercè della sua vena torturatrice.
Disgustoso, semplicemente snervante.

Vaffa. Ri vaffa, vaffa for ever.

Facciamo che le mandiamo una benedizione sperando che la sua ansia e cattiveria si plachino un po'. Temo che, comunque, l'epopea debba riprendere. Un due tre. respiriamo e tiriamoci su le maniche

1 commento:

Giulia Lu Mancini ha detto...

Secondo me la tua capessa se non ha qualcuno da tormentare non sa come sfogare le sue personali frustazioni, è assurdo che si comporti così, non è professionale (ma questo si era capito anche quando faceva l'amicona a tutti i costi) nè umanamente accettabile.E' passata da un eccesso all'altro .
Cerca di non darle appigli (anche se li troverà comunque) e di resistere, forse se si stanca dopo troverà un altra vittima.
Un abbraccio