venerdì 30 ottobre 2009

Sogni di evasione e rivincita

Ho sognato una ex collega. Ho sognato che mi comunicava che le hanno proposto un lavoro bellissimo nella "sua" isola (ndr. Santo Domingo dove ha passato 6 anni per poi tornare in Italia per la scuola dei bambini). L'immagine era lei e i suoi capelli biondi (lunghissimi nel sogno) che mi sorride con dolcezza ed entusiasmo mentre festeggiamo la notizia. Non la sento da giugno, la chiamerò per scoprire se ci siano novità. Mi piacerebbe.
C'era anche l'altra collega. Chissà, forse il sogno indica una nostalgia di lavorare con persone valide e oneste, loro lo sono e ci siamo legate molto. Forse invece il collegamento riguarda il sogno di cose migliori, di possibilità di giustizia nell'evoluzione delle situazioni lavorative e di vita.

I pre-fine settimana lavorativi, da qualche settimana sono diventati un tour de force antipatici. I turni del giovedì e venerdì mi danno un respiro rispetto all'energia negativa della capessa (non la vedo per 4 giorni) e mi permettono mattine serene e produttive in casa ma mi costringono a pomeriggi densi e faticosi e uscite nel buio della notte e turni consecutivi illegali quando debilitanti. Non sarebbe nulla se non fosse per il collega notturno che mi assale con lamentele e discussioni sterili (che non capisce i conti e non vuole uscire dal suo mondo di "non vedo, non sento ma PARLO"). E' persona gentile e disponibile ma ha il grilletto facile (nel senso di telefonate notturne inutili).
Della serie che esco sfinita e mi ci vogliono ore e ore per ricordarmi che ci sono altre cose nella vita.
Socialità? Brutto tasto. Pare che gli incastri non vadano, i pochi inviti che ricevo sono tutti, magicamente, riferiti a quando non posso...Qualcuno sbuffa, altri mi guardano perplessi. IO, sono perplessa, come si esce da 'sto vortice?

E mi sto annoiando anch'io. Possibile che ci siano solo lamentele e cose negative?

Intanto si scopre che la politica è al massimo della paranoia e che l'argomento Trans e trasgressioni sia all'ordine del giorno. I numeri dei licenziamenti e delle casse integrazione è spaventoso. Il Grande Fratello persevera tronfio come i velini della lega. E tutti, molti, parlano una nuova lingua. Della serie "non si può fare niente, non mi posso curare adesso, ci penserò dopo, è inutile fare e dire, il coltello dalla parte del manico lo hanno loro, è tutto uno schifo, non vale la pena, non si può, non serve etc. E a pochi viene in mente che screditare gli altri non produce riconoscimenti per sé che abbiano una durata e verità utile, che il dividi et impera vada contrastato, che la remissività alimenta lo stato delle cose.

Nichilismo e crisi danzano insieme, sgraziati e pericolosi.

Bla, bla, bla. Ci casco in pieno anch'io. E non mi piace.

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