domenica 4 ottobre 2009

Sono una password

Scopro che il mio nome, quello lungo, quello serio, è usato come password da qualcuno che mi vuole bene. Mentre mi ritrovo a pensare a un paio di persone che invece si sono fatte di nebbia improvvisamente dopo un numero indefnito di ore, giorni, mesi di appassionata vicinanza ed effusioni intellettuali e fisiche. Questa cosa dell'accettazione è il mio tallone di Achille. Ancora?
Ancora, che due scatole.

Ancora sono una dilettante dell'arte di sottrarre...
Mi impegnerò maggiormente, meglio.

Devo, voglio imparare ad essere la mia password.
Studiare strategie, velocemente, e mettere in atto, velocemente.
Sottrarre:
- troppe analisi sul perchè delle azioni degli altri
- troppi studi inutili sul passato prossimo e remoto
- le indecisioni sulle cose semplici fanno male
- se l'allegria non sta intorno a te, trova quella IN TE
- "spostarsi" non è peccato
- pestare le cacche capita a tutti, guarda dove pesti

Trallalà. Rinsaldare le competenze e i ruoli.
Solito gioco da gestire: leggerezza e concentrazione e libertà.
Trallalà.

Nessun commento: