martedì 20 ottobre 2009

Galleggio

E funziona abbastanza. Cerco di non pensare troppo, di non fare bilanci e calcoli, di fare quello che posso senza farmi troppe domande e senza aggiungere stress auto-prodotto a quello che circola intorno a me. Non mi va affatto di farmi carico di qualcosa che non mi interessa (job stress and stupidaggini di qualcuno).
Progetto soluzioni intelligenti per problemi reali, mi dimentico ogni giorno, ogni mezz'ora di pre-occuparmi di cosa è stato, di cosa potrebbe essere, di cosa sarebbe bello fosse, non mi interrogo del perchè qualcosa non abbia funzionato, non nè ho più voglia. Mi perdono per non fare di più, mi scuso perchè forse per qualcuno faccio "diverso dal solito", confido sull'amore che vale indipendentemente dalla contingenza.

Passettini e piccole cose.

Oggi ho due biglietti per due date per due spettacoli che ho voglia di vedere.
I miei stivali preferiti sono stati portati al restauro magico (anche se hanno quattro anni non sono pronta a separarmi da loro).
Ho, non senza senso vago di colpa, preso appuntamento con un nuovo dentista. Che il mio mi sembrava troppo anziano, troppo lontano e non so cos'altro. (Che poi si scopre che ha chiuso lo studio. Mi sono quasi offesa: io mi struggo sentendomi di tradire e lui manco mi avvisa!)
Ho spostato due mobili ed è molto meglio così.
Ho fatto giretto da mia sorella (sai la cosa di Maometto e la montagna...).
Ho iniziato un vago ordine dell'armadio.
Ho comprato un paio di capi basic, indispensabili.
Ho preparato la migliore insalata della storia, tutta per me, gnam!

E cerco di aiutare qualcuno che si scopre sta metabolizzando un po' meglio il tutto. Meno male.

Galleggio. Ci provo. Aspetto. Accetto senza entrare nelle spirali comportamentali. E non dimentico di sognare e desiderare. E cerco di rilassarmi per ripristinare un entusiasmo che c'è, lì dentro, un pochino messo in angolo, ma c'è.

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