sabato 8 agosto 2009

Ordine o disordine?

E' un periodo in cui l'ordine è uno strano oggetto del desiderio. Non proprio cercato e amato, non viene da sé. Invece viene da sé questa sensazione di essere in una bolla sospesa chissà dove. Come se non ci fosse luogo dove andare, cose da fare, parole da dire. Un giorno, quando è stato non si sa, c'è stata una brusca frenata. E una caduta. Gli angeli hanno chiuso la porta del paradiso. Ordinare, devi ordinare. Mettere in ordine cosa significa? Fare spazio, dare spazio, pulire lo spazio. Gettare quello che non serve, quello che non vale per dare collocazione più comoda a ciò che serve, che è utile, che richiede tempo e spazio. Gettare, voltare pagina implicano un atto di volontà e un desiderio, un progetto. E una fede deve sostenerti. Tagliare i rami secchi è come fare piazza pulita dei rossetti che affollano l'armadietto del bagno. Lo sai benissimo che non li userai mai. Che mai hai messo un rossetto rosso fuoco, per quale motivo dovresti, un giorno, trasformarti in qualcos'altro? E, nel pur lontano caso, chi ti dice che non sarebbe marcito nel frattempo? Disordine è il momento prima della decisione. Ordine è la meta da raggiungere. Quell'ambizione ad andare nella tua direzione. La caduta ti fa ancora male? Poco male. Rialzati e ridi della tua capriola e della tua impotenza temporanea, riprendi il binario e seguilo. E non ti curare di loro ma guarda e passa.

Armadietto bagno: fatto.

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