venerdì 20 novembre 2009

Stasera la casa è piena di voci

Dopo giorni di solitudine, dopo quelle dieci ore di lavoro, dopo le precedenti dieci, dopo 60 ballerini e altrettanti casini, ritorno a casa stremata. Mi appoggio al letto per venti minuti cercando di convincere il mio corpo a rimettersi in viaggio verso l'ospedale.
DRINN
Dalla Grecia. Telefonata lunga e articolata, ridiamo e ci diciamo cose. Mi viene chiesto cosa penso della follia del momento. Vaccini e politica, potere che si alimenta della paura inculcata, media e becera tv. Un paio di interruzioni (clienti che chiedono mascherine proteggi virus, esaurite e consigli contro la pandemia), chiudiamo un paio di volte. Abbracci e auguri.
Non faccio in tempo a dirigermi al bagno.
DRINN
Dalla Lombardia. Come se ci fossimo viste ieri, iniziamo a parlare e subito ritroviamo l'armonia logorroica di sempre. Anche lei mi chiede cosa pensi delle notizie, della crisi, della televisione becera, del governo. Il telefono si scarica, cade la linea.
DLIN DLON (che poi è un fastidioso BHEEEEE). Campanello.
Realizzo che il mio campanello sono giorni che non suona, succede.
E' la "nana cresciuta" che così si presenta.
Sale, sono al cellulare, saluti e bacini.
DRINN. Sempre lei. Risponde la nana. Si salutano con affetto anche se quando si sono viste la nana era alta un metro. Bla Bla Bla. Si parla di tutto, come al solito. La nana si intromette, si crea un vortice allegro. Il telefono di là si scarica un'altra volta. Lavo i piatti. DRINN.
Una telefonata la faccio anch'io, ho notizie da ricevere, sembra tutto bene.
Gli racconto il tatoo-poesia lungo mezzo metro.
Anche la mamma chiama (non lo fa mai).
Poi la ragazza esce, il telefono si riposa. Io anche. Che movimento!

AHHHHHH. Ancora trans in tv. Proprio non capisco.
Basta! O nani o trans o culi e tette. Disgustoso.

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