venerdì 13 novembre 2009

Trans vicini di "ufficio"

Ultimamente lavoro spesso fino alle 23. Non era quello che volevo (non più, il motivo per cui ho cambiato lavoro era proprio quello). A fine turno sono uscita nella strada deserta a fumare aspettando il collega della notte.
La vedo da lontano. Un trans che ha ufficio all'angolo. Mi si avvicina, con delicatezza, rimane un paio di metri a distanza per chiedermi il permesso si avvicinarsi. "Scusa l'invadenza, avresti da accendere?". Sorrido sotto i baffi, che presumere da parte sua che potrebbe disturbarmi che mi rivolga la parola mi fa tenerezza. Rispondo con un sorriso e un "ma figurati".
Da vicino è un'eperienza: caschetto d'oro, circa un metro e novanta, mani enormi e curate, lineamenti assolutamente maschili ma armonici, labbra rouge Dior, voce forte, normalissima. Accende e mi ringrazia. Mentre si allontana mi chiede se sono in turno. "Che strane cose si inventano di 'sti tempi, ci dovrebbero stare gli uomini a quest'ora". Ci lanciamo la buonanotte nella strada buia.

Sapere che almeno c'è qualcuno nell'ufficio affianco mi fa piacere. Che non si sa mai in questa zona che di notte si trasforma.
Rifletto sul fatto che se lo dice anche lei che 'sto turno non va bene...

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