sabato 2 agosto 2008

VIA, VIA, SCAPPARE VIA

Non so esattamente cosa fosse, cosa sia stato.
Qualcuno, che ha assistito al tutto, disse che sembrava il sintomo di una cosa a cui hanno dato un nome e per la quale esistono terapie e farmaci.
Mah! Chissà!

Di fatto il caldo era lancinante, la gente troppa e troppo vicina, la pressione dei corpi vicini vicini, rigidi rigidi, scontrosi scontrosi, era durata un po' troppo mentre la mia stanchezza già parecchie ore prima mi parlava senza che le dessi udienza.

Così, alla fine del concerto, mi sono alzata e, in preda a stordimento e dolori assurdi allo stomaco, mi sono fatta largo fra la folla fino alle mie amiche.
Mi sembrava tutto una melma umana indistinta.
La sensazione straziante di soccombere.
Ho toccato il primo braccio e le ho detto "non sto bene, scappo".
Hanno tentato di dirmi tante cose, rispondevo "ci sentiamo domani, ci sentiamo domani". Alla fine, due minuti dopo (e le budella in gola), ho detto un ciao lungo mentre correvo via con il respiro accellerato.

A casa, sola, nel silenzio, distesa con un panno umido sulla fronte, il mondo ha ripreso le sue sembianze.

La musica brasiliana mi piace, sicuramente lei non c'entra :-)

4 commenti:

Giulia Lu Mancini ha detto...

Forse era il caldo, oppure una indigestione (io ne ho avuta una di recente mentre rientravo dalle vacanze: terribile..)
baci

bb ha detto...

lù: fondamentalmente credo che fosse una situazione allucinante che di gradevole aveva assai poco... e il mio corpo ha pensato bene di ribellarsi prima della mia mente (non avevo mangiato nulla di strano, a parte i tanti rospi di questi ultimi mesi!!!)

inattesa ha detto...

la sera di kustarica ho resistito dieci minuti ed ero in piedi sotto il portico verso la casa di prodi, dove ancora ci si poteva muovere, se tu la sera di toquinho eri in mezzo alla piazza.. posso capire ;-)

bb ha detto...

plain: indovinato!