venerdì 22 ottobre 2010

Sguardi assatanati, parole pericolose

Somatizzo. A contatto con loro resisto poi fuggo. Esco stordita, stanca, stupita, un nodo nello stomaco, le tempie che pulsano. Non analizzo, non cerco di capire. Vedo il vortice che le ha prese e vedo che vi si aggrappano. Mi allontano e ancora vedo i loro occhi pieni di rabbia e dolore, sento le parole uscire con veemenza. La loro solitudine si alimenta nella tensione rabbiosa della persona che si sente vittima ma che è anche carnefice di sé stessa.

Il silenzio potrebbe ristorare.
Intanto mi allontano, costruisco la mia zattera per andare lontano, recupero lo spazio che mi serve, silenzio, pulisco l'aria dalle parole violente.

Poi ci pensiamo, poi vedremo. Liberi tutti (quasi).
Io mi sposto, comunque.

Rimango della mia idea: le parole sono di assoluta importanza e vanno usate con attenzione.

1 commento:

giorgio ha detto...

Il distacco è fondamentale. Se si è troppo vicini a un altro non ci può essere un rapporto. L'essere coinvolti anche se per maledire è sempre legame.
L'equilibrio è un'altra cosa.
Giorgio