domenica 17 ottobre 2010

Maschietti e femminucce

Dopo cena con l'amica e il fidanzato, ultimamente ci ritroviamo noi tre.
Non ricordo come esca il discorso, è la terza volta che lui, che parla poco e niente quando c'è altra gente, imposta la discussione con me su questo argomento. E si infiamma nel dire che gli uomini sono semplici per natura mentre le donne sono complicate, complesse, puntigliose. Vorrebbe convincermi di qualcosa che non mi è chiaro e usa argomenti non-argomenti. Ma è una brava persona e ben sopporta il dialogo in cui gli chiedo di articolare i concetti che vuole esprimere. Per natura? Semplicità sinonimo di pigrizia? La mia amica (sicuramente più "morbida" di me), mentre parlo annuisce. Soprattutto quando affronto la questione della divisione in generi come qualcosa che non mi, ci definisce. Perchè a metà del cammin di nostra vita ancora qualcuno deve dirmi che sono una "femminuccia" e che questo mi caratterizza più di ogni altra cosa? Entrambe ci dichiariamo stupite per essere inglobate in una categoria. Entrambe esprimiamo il disagio nel dover rispondere di pensieri e azioni che non ci appartengono. Storia vecchia, qualcuno si difende pensando a volti del suo passato e non ti vede, non parla con te ma con l'idea che ha di te, di te femmina che non c'entri niente con fantomatici pensieri e azioni femminili che ha incrociato nella sua vita. Sorride, lui, quando gli facciamo notare che non rompiamo le scatole a nessuno, che non chiediamo prestazioni di alcun tipo. Ma forse il problema è questo. Perchè, a sorpresa, emerge che rispettare l'autonomia altrui e le scelte varie senza discutere pare essere interpretato come un giudicare dall'alto. Che poi lo diciamo, e parla anche lei, ci siamo abituate a fare da sole, a fare tutto, a non darci limiti, in due parole ad essere responsabili di noi stesse (e dei figli, chi li ha).
Certo, lasciamo liberi tutti...Non va bene neanche questo?
E il dubbio che gli viene, al maschietto, che così si definisce (non ci siamo mai definite femminucce, noi) è di essere messo in disparte, come se non servisse, come se non avesse più un ruolo.
E dice che c'è una caratteristica maschile indispensabile nello scambio. E alle "puntigliose" scappa la domandona del secolo: "quale"?
Se la definizione che ha dato è che gli uomini sono semplici, che non pensano prima di agire, che non sanno e non vogliono doversi occupare di essere affidabili o saldi, che non sanno essere consapevoli, che non pensano ad altro che ai loro bisogni primari...
Non lo dico io, non lo penso io.
Ma che opinione hanno i maschietti del loro gene maschile?
E si indispettiscono se fai la "femminista", che quando gli argomenti non scivolano, nella favella escono termini a random. L'amica scuote la testa quando rido proponendo un costume da femminista per il prossimo carnevale.

La serata finisce con un "abbracciamoci e vogliamoci bene e non smettiamo mai di confrontarci per capirci", meno male.

Rientrando a casa rifletto sul dubbio legittimo. Se smetti di pretendere e ti muovi in autonomia, dai fastidio? Se ti sei abituata a rispettare gli altri e cerchi di essere affidabile, dai fastidio? Se ti organizzi e con le tue amiche non arrivi in ritardo, se chiedi scusa quando fai un piccolo torto, se non appoggi il tuo tovagliolo sporco sul piatto dell'altro, dai fastidio? Se avviti lampadine e tratti con idraulici, se ti ingarbugli e ti sbrogli in autonomia, dai fastidio? Se chiedi aiuto e sostegno a chi non si fa lavare le mutande dalla mamma, dai fastidio?

Come se le donne non avessero bisogni primari, come se non facessero stupidaggini, come se non fossero pigre e inconcludenti, come se non sapessero essere leggere e cazzone...

Sii più morbida, mi dice quando scendo dall'auto.
Rispondo con un vaffa...
Che le donne dicono parolacce da anni annorum e bevono Sambuca con la mosca senza chiedere approvazione a nessuno.

Poi magari vanno anche dai medici senza che qualcuno lo dica, magari si iscrivono ad un corso di energetica e quando si sentono male si rivolgono ad un terapista (che pagano insieme al mutuo della casetta con grande fatica lavorando in mezzo ai semplici maschilisti che ancora allegramente scorazzano nel modo del lavoro).

Ha ragione lui, non sono morbida...
Sono di gomma!

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