mercoledì 13 ottobre 2010

Non so, se sapessi

Densa tensione che aleggia al lavoro. Non siamo responsabili. Neppure chi forse esce dal seminato. Oggi il capo ha mostrato una perdita di controllo che certo ci ha un po' scombussolato ma è stato evidente che lì dentro c'è uno strano movimento di rimbalzo...con il collega abbiamo assistito al capo che perde le staffe di conseguenza al trattamento del "suo" capo. Che è anche il nostro...Ma, ironia del tutto, per noi è tutto più sereno e chiaro, oggi. Che stupidaggini.

Finalmente i "capi" vanno via e ci mettiamo a lavorare serenamente con i nostri veri "capi", i clienti, i meravigliosi clienti con i quali andiamo d'amore e d'accordo. E meno male. La signora giapponese corre in camera a prendermi un regalino, che si è commossa quando, dopo dieci telefonate, un tizio mi butta giù il telefono e io non demordo finchè non trovo quello che cerchiamo. Gli inchini giapponesi sono contagiosi, per cinque minuti siamo tutti sorridenti e in posizione dondolante...che ridere.

Due telefonate. Che mi arrivano inopportune. Non si può fare così. Non so, se sapessi. Come se ci fosse il tempo sbagliato, questo lo è. Non ho più tanta voglia di essere il canestro dello stress di altri. Non so, se si chiama dialogo dovrebbe andare in due direzioni, no? Non so, non ho più la forza di sentire tragedie varie.

Invece altri binari scorrono, continuano a funzionare nella loro semplicità. Mi dispiace tanto, amico adorato, amico di sempre. Vorrei poterlo abbracciare in silenzio e rimanere così un po'.

Penso chiamerò la mia ex collega giapponese, chissà che non si possa inventare qualcosa insieme...

1 commento:

giorgio ha detto...

Mi piace tanto: "Non ho più tanta voglia di essere il canestro dello stress degli altri".
E' vero, molta gente accampa solo pretese, spesso assurde.
Lasciale cuocere nel loro brodo.
Giorgio