mercoledì 1 aprile 2009

Parlando di dignità

Sono andata al lavoro più tardi. Per sfuggire al mio capo un'ora, per ritagliarmi un po' di tempo per lavorare (che con lei in giro non è poi così scontato). Varie cose non fatte, vari errori terrifici del mio collega sono stati presi al volo. Una vendita inaspettata ma sperata va, quasi in porto, e devo pensarci me (che il collega in questione è preso da varie forme di dislessia e distonia mentale). Quando arriva AA, che ormai attendo con ansia ogni giorno per avere un alleato invece che un "distruttore", affrontiamo TRE situazioni d'emergenza.
Poi, si chiacchiera un po' e si ride un po'.
E mi dice (gentile, aveva, immagino, deciso di risparmiarmi):
"a proposito di dignità, ho appena preso un calcio nel sedere".
Il tizio era tornato sbronzissimo dal pranzo, aveva finito le sigarette, la sua camera è stata allagata prima che la occupasse (e abbiamo dovuto inventare in tre secondi l'alternativa). Il ricco signore, che proviene da una repubblica islamica e che non so che attività abbia, ha trovato divertente giocare con la dignità di qulcuno che stava lavorando.
Abbiamo riso tanto, non potendo fare altro.

Che non si risolve un calcio in c. con un paio d'etti di pistacchi...
Che alcuni mettono in difficoltà gli altri mentre altri collaborano.

Che, dice AA, ci sono tante situazioni peggiori.
Che, gli dico io, anche tante migliori.


Che di colore è pieno il mondo (anche se non tutti lo sanno)

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