domenica 5 aprile 2009

Le voci del mondo

Mezcla. In aeroporto finisce tutto bene.
La mia gita in taxi è stata proficua.
Conosco Klaus senza presentazioni, gli altri arriveranno in ritardo. La serata diventa un vortice linguistico e culturale, alla terza bottiglia di vino creiamo improbabili frasi a metà fra una lingua e l'altra. Un momento di perplessità ci regala risate sonore: il cuginone mi dice qualcosa infilando una frase dietro l'altra, in fretta. Rimango stordita e, sincera, gli chiedo in quale lingua stia parlando. Klaus è preso da attacco logorroico e mi parla di percorsi sciamanici di top manager. E' simpatico, "sharp like a knife", parla di Lagos e della capitale dell'Equador come noi si potrebbe di Ferrara, mi invita per un week end a Vienna. Alla quarta bottiglia realizzo che è una bella serata e sono completamente innamorata delle due ragazze. Sono semplicemente, spudoratamente, sfontatamente bellissime. Entrambe. Di una bellezza fisica sconcertante che duetta con la loro intelligenza e disinvoltura comunicativa. Più tardi, quando ci troviamo in pista per due salti ironici, osservo come il loro fascino e la loro semplicità provochi ammirazione e imbarazzo fra la folla maschile. Ci salutiamo con baci e abbracci progettando serate ateniesi future.

Che a volte incontrare le voci del mondo può farci svegliare, che il gioco è un po' più vasto delle pozze di infelicità in cui a volte ci si imbatte.

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