mercoledì 10 marzo 2010

La bufera in città

Avventure per tutti. Ore 06.30 chiamo il taxi credendo che sia giusto regalarmi mezz'ora in più di sonno. In linea per un tempo infinito, conferma, scendo. In strada per un tempo infinito. E' prestissimo ma ci sono tante persone in mezzo alla candida neve. Camminano in mezzo alla strada. Il resto è neve fino al polpaccio. Arriva il vicino che ha il negozio quà sotto, quello che mi ha messo sull'ambulanza quest'estate. Pala in mano e il suo solito sorriso. E' l'angelo di quest'angolo di mondo, è lui che pulisce il marciapiedi di casa mia e la zona della fermata del bus. Il taxi non arriva, la neve scende fitta, il vento si insinua bagnato nelle fessure della giacca. Richiamo, il taxi mi porta a destinazione ai due all'ora. Alla fermata ci sono almeno 50 persone, partiti con un'ora di anticipo per arrivare in tempo al lavoro. Il collega è alle prese con un ospite che non riesce ad uscire dal posto macchina, il cancello impazzisce, lo blocchiamo alla benemeglio e lo mando a dormire. Poi arriva un autobotte di gasolio per l'Oviesse, ci chiedono il favore di passare dal nostro cancello. Mezz'ora sotto la neve per capire come fare. Qualcuno, molti negozianti e garage della zona, non hanno aperto per nulla. I fornitori e i corrieri sì, lavorano. Lo scambio con tutti è fatto di un lieve sorriso. La frase più usata è "bella la primavera".
La capessa rimane con me tutta la mattina, stressa ma oggi non ce l'ha con me. Tocca alla mia collega, che non c'è. E, vista la sua abitudine a denigrare i colleghi con ognuno di noi...
Comunque, un po' ho imparato negli ultimi mesi e so cosa fare. La collega arriva decisamente in anticipo, che lei è una seria donna che se la strada è tremenda parte due ore prima. E scappo dal dentista. Alla fermata la scena è surreale: passano le auto velocissime e fanno carambola, spruzzando neve, fango e sporco cittadino su noi poveri in attesa. Il dottore mi sorride, pochi pazienti, pochi ma buoni. E mi assale con siringa e pinza. LaVanessa mi abbraccia e mi consiglia come reggere al "dopo". Camminata fino a casa con veloce passaggio a comprare due cose, sperimentando la comunicazione dei sordomuti. A casa, stordita. Riesco a parlare tre ore dopo. Nevica ancora. E sento Mr C. ...zzarola: che la sfiga ci vede benissimo. Insomma, la mattinata di bufera l'ha pescato in emergenza, ambulanza, veloce operazione di riassetto del tubino nel rene. Tipo un po' di pace?

Eppure...
Mi viene da ridere.
Sarà l'effetto dell'antidolorifico.

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