domenica 7 marzo 2010

Il pero e la banana

La nipotuzza riesce a farmi ridere. E, strana cosa, meraviglioso evento, la nipotuzza riesce a capirmi. E con lei, veloce, veloce, si riesce a sdrammatizzare circostanze famigliari che potrebbero far ammattire chiunque.
Perchè lei tira fuori questa storia delle pere...
E si passa dallo stress del nonno al racconto del gioco dell'oca modello gigante.
E ride del fatto che mia madre e sua madre sono odiose in simil modo su alcune cose che ci fanno subire. E rido anch'io.

E la banana? Si agita e si preoccupa e dice cose che ormai dovremmo sapere perchè dice, dice perchè non sa fare meglio. Anche se sono antipatiche le cose che dice non è colpa sua. Dice. E noi ridiamo della sua fragilità emotiva che se ne esce aggressiva. Ma la banana si ricorda in extremis che è appena tornato da una delle sue quattro/cinque vacanze lussuose in giro per il mondo. E anch'io mi ricordo che posso dirgli scherzando che avrei bisogno di una delle sue vacanze al mese. E gli dico di respirare e mi risponde "anche tu". E allora chiudi rilassandoti nella consapevolezza che se le banane sono banane non puoi chiedere loro di essere mele. Che le mele le puoi trovare altrove. Ma alle banane si può voler bene, semplicemente.

E gli incroci di pere e banane sono risultati geneticamente modificati con le loro debolezze, come tutti. Non è colpa di nessuno. Oppure di tutti.

Vabbè. Spesa on line. Sotrarre, sottrarre.
Vabbè. Terme e spettacolino. Coccole, coccole.
Vabbè. La montagna può andare un po' verso Maometto.
No, non mi piace Guccini, è più forte di me.

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