mercoledì 30 giugno 2010

Jazz&Wine in provincia

Che la giornata è andata in vacca e la serata vorrei fosse un po' carina. Mi invita a cena con pasta al pesto e insalata (il nostro menù ripetuto). Il suo pesto è un altro. Partiamo, chiediamo indicazioni ad un gruppetto di extra-comunitari e uno di loro ci accompagna con lo scooter. Uno spasso, sfreccia davanti a noi con il braccio alzato per indicare la direzione e poi, a destinazione, ci saluta facendo segno ok. Che non avevamo bisogno della scorta, volevamo solo sapere se Ponte Ronca era prima o dopo Zola. Le guardie forestali in divisa ci dicono che non c'è più posto nel parcheggio e si deve parcheggiare nel campo di grano. Troviamo nel parcheggino della gelateria. E che gelateria! Concerto un po' schizzofrenico, che il capoband è virtuoso di chitarra acustica ma con la chiterra elettrica, nei pezzi country-folk-jazz con cui strazia il pubblico, è un disastro. Antipatico, molto antipatico. Ma le parti per cui tutti sono lì sono invece belle: flamenco di chitarra deliziosa e ballerina bravissima piena di energia. Il cantante è un bel ragazzo con il sorriso spagnolo che rincuora. Canta bene, anche se ogni tanto pare pianga...Ma il canto andaluso è così.
Rinfresco mica poi tanto, la solita mortadella che non se nè può più. L'azienda vinicola è una serissima e mi azzardo a prendere un bianco fermo. Imbevibile, terribile. Passo al rosso, così, così.
Allora ci trasferiamo in gelateria. Gelato meraviglioso e tango strepitoso, la gente balla su pezzi di musica alta, anni cinquanta, noi guardiamo affascinate. Un bellissimo cane decide che si siede un po' con noi (sperava nel gelato che è finito).

Fresco preso, un po' di musica "per bene" e un giretto andato a buon fine.

Lei dice che gli oligoelementi mi farebbero bene.

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