domenica 10 gennaio 2010

Mica facile ragazzi!

Venerdì forzo un pochino, che mi dico che si deve fare, che un po' di cose si possono fare, che nel tubo scuro si sta scomodi, anche se viene voglia di riposare nell'immobilità, che lo so che invece un po' di distrazione dai guai è indispensabile. Insomma, dire al collega "potresti venire un po' prima domani?" è diventato un dieci minuti di paranoiche esternazioni (che lui è buono e disponibile quanto sa essere tonto e irascibile e sordo e pazzo). Comunque è arrivato di corsa un'ora prima, che così ero in torto perchè mi dovevano venire a prendere mezz'ora dopo, niente di che, che nella sua follia c'è di buono che gli passa in dieci minuti e diventa morbido e carino e solidale con la stessa velocità con cui parte per la tangente. Serata carina, molto, nella bassa ferrarese all'insegna del funky e del ballo scatenato. Le amiche splendide, S sorridente e contento, l'amico dell'amica simpatico e piacevole. (che ho però dovuto monitorare tutta sera l'amica che non gradisce completamente che chi mi presenta si affezioni a me troppo...se maschio).
Sabato di risveglio difficile, non sono più abituata a fare le ore piccole.
Mr C, che dovevo vedere all'ospedale, mi chiama, agitato, ha sbagliato data. Continuo a dormire dopo aver tentato di calmarlo con le frasi che troppe volte gli dico. "Non ti abbattere, non ti accanire con te stesso, è comprensibile, perdonati e pensa al dopo, etc etc". Mi lavo, esco, ho bisogno di una pausa serena, le amiche belle ci stanno proprio bene. E la giornata si allunga, pranzetto e acquisti in compagnia, di quelli divertenti, che siamo associazione a delinquere per un abito multicolor per LaCla. E si parla di tante cose, allegramente e seriamente, con ironia, che ci si capisce in fretta. Ho un po' freddo ma sto bene.
Chiamo Mr C. Sono passate tante ore e sono un po' preoccupata per il suo umore. Dice che mi richiama. Lo fa quando sono dentro un 99 cents a fare quel "bellissimo niente", la luce in cielo c'è ancora, poca ma buona.
Piange, disperato. Ed è in mezzo alla collina, cazzarola, cosa faccio?
Chiudo, pago alla cassa, esco dal negozio. Rimango tre minuti in mezzo al portico a pensare. Sono a piedi in pieno centro. Chiamo l'amico tassita, telefono staccato. Penso a chi rompere le scatole per un passaggio, per un auto in prestito. Chiamo la compagnia di taxi, chiedo un preventivo, lo richiamo. Mi spaventa. Cinque minuti dopo sono su una macchina blu a conversare con un simpatico cespuglio di capelli.
In collina il cielo è meraviglioso, respiro profondamente e entro. Ho fatto bene, quei tre avevano bisogno di un esterno. Ascolto, parlo, cambio discorso, intrattengo e parlo d'altro, lo convinco a mangiare, mangio anch'io (i tortelloni migliori dell'Emilia Romagna). Mi metto alla scrivania con agenda, prescrizioni, telefoni vari, ordino le carte e gli appuntamenti. Mi porta a casa, un po' gli è passata, per fortuna non ha dolori, oggi. Arrivo a casa sfinita.
Alle sette stamattina sono al lavoro, felice che sia domenica e che nessuno verrà a rompermi le scatole. Mica facile.
Mr C mi fa una gran tenerezza, povero. Spero tanto che qualcosa migliori, che lui riesca a trovare il modo per affrontare tutto questo, spero tanto che trovi risorse dentro il suo cuore e che l'aiuto che tento di fargli arrivare sia utile.

Calma. E intanto al job si inventano nuove stupidaggini, vedremo.

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