sabato 19 gennaio 2008

Perlustrazioni, un anno dopo



In marcia.


Ricomincia il balletto, con spirito nuovo,
più deciso.



On line. Cerca, apri, leggi.Selezione. Immagina. Decidi.

Prepara cv, prepara lettera di presentazione.
Log in quì, log in là.
Indirizzo mail, allega, invia.
Due minuti dopo, la prima risposta positiva.
Non male.

Sole. Si va. Stampa, fotocopie, buste.
Non c'è il direttore, lascio al banco.
Riparto.

Dalla mia amica. Baci. Mi lascia a guardia del negozio.
Ritorna, è andata dentro a cercare il capo, non c'è.
"Vai alla reception, lascia al banco e torna da me".
Vado.


All'ingresso un fusto con auricolari e cappotto, papalina in testa.
Saluto. E' chiaro, non posso fare altri passi. Mi blocca con lo sguardo.
Gli dico. Sorride circospetto, si avvia verso l'interno,
con lo sguardo mi indica di seguirlo.
Cinque passi, si volta con un mezzo sorriso.
"Hai scritto tutto?". Sì, rispondo. Siamo "quasi" amici.

Dentro. Spazio vuoto, enorme, niente lungo il perimetro.
Luce elettrica e ombre di ghiaccio.
E' tutto bianco e trasparente.
Il banco è composto da tre parallelepipedi, bianco, grigio, trasparente.
La voce dell'uomo è modulata, dice le parole giuste, solo quelle.
Il body guard mi aspetta sulla soglia.
Fuori sta parlando con uno.
Si gira appena per sorridere. E mi dice "ciao, a presto".

Torno dalla mia omonima.
Provo un paio di giacche. e...me ne prendo una.
Prezzo ottimo: un piumino bianco. Il mio primo bianco. Bello.

Passo anche di là, nonsisamai.
Baci, abbracci.

L'uomo bello ha un nuovo look molto anni settanta, basette comprese.
E un nuovo mestiere: il gelatiere. In partenza per Malaga.

Riesco anche a fare la spesa in sette minuti, record.
Tento la palestra. Desisto, troppo tardi.
Cena con la mamma però sì, troppo tempo che non la vedo.



Domani treno, premiazione, albergo e ritorno.

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