martedì 2 novembre 2010

When sunny gets blue



Anita O'Day mi piace moltissimo, mi mette allegria. Come vorrei essere per un attimo trasportata laggiù...

Non so, manca un po' di magia in quest'epoca fatta di cinismo becero. Che poi non ci vuole molto. Bastano un paio di persone di chiara espressione e argomenti più alti, più interessanti...
Al baretto nella solita via incasinata, dopo cinque minuti delle solite noiose storie di intemperanze di qualcuno. Arriva questo bel signore con la coppola, il maglione grosso e le ciabatte (le ciabatte portate con maggiore eleganza della storia). La Maki lo abbraccia e lo sbaciucchia e lui si siede con noi. Occhi che guardano e parlano, presenza e non assenza o dissimulazione. E' napoletano ed è un po' che non sento parlare un Napoletano doc. Ha i modi garbati di Babà, mi scappa di pensare. Poi però parla di Massimo Ranieri e di Mariangela Melato. E' un attore che ha lavorato con i più grandi. Penso che mi piacerebbe tanto conoscere la Melato, altro che pettinare le bambole. Sta un po' con noi e parliamo di tante cose, del suo new baby che ha chiamato Aristotele, dei suoi figli grandi, di Napoli e di Bologna, della singletudine e dei rapporti.

Che poi sta tutto lì, come dice lui, la maturità espressiva è fondamentale per le relazioni. E anche se sono stata presentata quale precisa donna, ci salutiamo affettuosamente con un arrivederci a teatro (Miseria e Nobiltà, sì che mi va).

Torno a casa con il mio acquisto del secolo e con lo scontrino del conto vendita del mercatino dell'usato. Sì, l'ho fatto, ho venduto un regalo che mi ha fatto qualcuno anni fa sottolineando che si trattava di preziosa cosa. Non mi è mai piaciuto e mai mi è andata giù l'espressione con la quale mi era stato dato, sono molto felice che sia uscito di casa mia.

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