giovedì 17 febbraio 2011

Il Grillo parlante


Anzi, urlante, sprezzante e spruzzante...

"E penso che nessuno, a partire da me, possa permettersi di fare il grillo parlante e accusare genericamente gli altri. E' vero che la perfezione non esiste e che nessuno è santo, ma se ciascuno modificasse in positivo i propri comportamenti non responsabili, avremmo tutti una convivenza decisamente migliore."

Così scrive Giorgio ed è la sensazione che mi sono portata addosso, quella che in fondo cercavo di ispirazione, dallo spettacolo di Grillo.
L'ultima volta che ho visto lo spettacolo di Grillo era il 1993, diceva le stesse cose, ora aggiunge qualcosa che condivido da quando avevo quattordici anni: non siamo credibili se facciamo finta di non sapere. Mica viviamo in una bolla separati da tutto. In quest'epoca tecnologica dove le informazioni sono alla portata di tutti, continuare a mettere la testa sotto la sabbia è solo autolesionismo e auto presa per i fondelli. Ci indeboliamo e ci lasciamo indebolire, spaventare, togliere le speranze e le aspirazioni da un manipolo di fetenti che nemmeno fanno più grandi sforzi per convincerci che agiscono per il bene comune.

Oppure, che mi rende ancora più triste, trovato il nostro piccolo angolo di comodità, giustifichiamo tutto con un fatalismo molle e complice.
Non sono un grillo parlante, ho un discorso aperto con me stessa ogni giorno, mi dico che voglio trovare la forza per fare di più, per fare meglio, per non essere pigra...Non faccio quanto vorrei ma cerco come cambiare la rotta.
E mi deludono i miei vicini di gradinata, mi lasciano perplessa e amareggiata.
Quelli che non trovano di meglio da dire dopo avere sentito urlare Grillo per due ore...Che avrà perso 3 kg di sudore anche per te, bello.
"Tanto è così e non cambierà mai, tanto non c'è niente da fare che è costituzionale, genetico, culturale l'atteggiamento di noi Italiani".
Commento demoralizzata "così tu dici che siamo dei semplici qualunquisti?".
IO NO, bello.

PS: Sto leggendo "paura liquida" dove il gioco terribile de "la divisione fa la forza del potente sfruttatore di turno" è delineato sapientemente

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