sabato 28 agosto 2010

Strade parallele

Lago d'alta montagna, artificiale, nel mezzo della valle c'era un paese che ora non c'è più,c'è ma è stato innondato e sommerso, un paio di volte all'anno spunta solo il campanile che campanile non è. La strada per raggiungere il paese a mille e risga metri gira intorno al lago per km e km, sali, scendi, costeggi, curve e nulla se non spiaggette con mucche sdraiate al sole, non incontriamo nessuna auto. Mi chiedo come mai il colore del lago sia turchese acceso (sui nostri monti le acque dei laghi sono molto più verdi).

Serata afosa, appiccicosa, Spagnoli vanno e vengono sorridendo, ormai parlo spagnolo con una certa disinvoltura e loro né sono entusiati. Entra un tizio, si incrocia con la famigliola francese, rimango un po' con il fiato sospeso, è lurido a dir poco, ovunque ha appese borse, zaini stracciati. "Mi scusi, avrei bisogno di un informazione", mi preparo a dirgli che no, non ci sono camere libere ma aspetto. "Le volevo chiedere se saprebbe indicarmi dove sia il dormitorio pubblico". Lo guardo con sollievo e rispondo che no, mi dispiace, non lo so. "La ringrazio tanto, speravo lo sapesse, molto gentile, grazie mille e buon lavoro". Lo guardo allontanarsi con la sua bicicletta fiammante (rubata o comprata al centro commerciale?!?). Mi ritrovo intenerita dalla sua cortesia e dignità, con sollievo realizzo che non ha sparso aromi sgradevoli nella hall (certi turisti dell'estremo oriente invece!).

Sullo scoglio sdraiata a leggere, nessuno in vista, il mare è un po' mosso ma l'acqua è sempre una garanzia del bagno migliore della piazza, non delude mai, da anni. Mi giro, chissà perchè, e vedo un gruppetto di cinque uccelli che camminano alle mie spalle sulle rocce. Sono grandi, identico colore della roccia, color terra argillosa sbiadita dal sole, mi domando se siano papere ma no, non lo sono, hanno il collo lungo e il becco rosso ma piccolo. Non mi perdono di vista ma non si scompongono quando mi alzo e mi avvicino. Arrivo ad un metro da loro e aspetto. Intanto altri due si avvicinano ma cambiano direzione per tornare verso l'acqua dall'altra parte. Rimango a guardarli camminare lentamente e mi chiedo se volano o siano delle specie di polli selvatici, che no, non credo. Si fanno un giro sotto i cespugli sempre tenendomi gli occhi addosso e poi, con calma, si allineano su una specie di terrazzetta naturale sotto la quale c'è il mare. Il capo allora comincia a strillare un po', immagino stia dando indicazioni di un'imminente partenza. Così sarà, dopo un minuto di gracchiamenti strambi, spiccano tutti il volo in simultanea per andarsi a fare una passeggiata sugli scogli di fronte, dall'altra parte della nostra piccola baia.

Ieri sera incontro il collega psicolabile, tutto bene, sono pronta e non riesce a rompere le scatole. Arrivo a casa verso le undici e trenta, stanca ma serena che la giornata lavorativa è stata tranquilla, nonostante il tanto lavoro. Mi chiama ben quattro volte, ansioso, le prime sono stupidaggini, le ultime è agitatissimo tanto che sono costretta a chiedergli di farmi parlare con l'ospite per capire il quid. Notare che si tratta di ragazzo italiano che diceva chiaramente la faccenda. Non so come sia finita, la segnalazione riguardava un allagamento al piano superiore dell'appartamento, nulla a che fare con l'albergo ma magari avranno chiamato il pronto intervento. Mai visto un uomo adulto perdere le staffe così senza ritegno. Il cliente mi ringrazia ma sento nella sua voce la perplessità che spesso lo psicolabile suscita. Che balle.

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