martedì 4 giugno 2013

La prima ingiustizia

Ho scoperto l’ingiustizia in prima media...

Scrivo un tema sul rientro di Ulisse ad Itaca. Scelgo l’incontro con Argo, il cane che lo riconosce, la commozione del loro incontro dopo anni di assenza del padrone. Sono felice del tema e lo svolgo con passione. Lo consegno fiera del risultato.


A pranzo comunico a mia madre di aver fatto uno splendido tema.

Un paio di giorni dopo, in classe, l’insegnante, Donna Alotto, moglie del preside, austera donna che mi ha insegnato le basi della grammatica e mi ha regalato l’amore per la cultura, comunica i risultati del compito.

Aspetto il mio turno emozionata. Rimaniamo, ultime, la mia vicina di casa e amica ed io.
Silenzio inspiegabile poi ci ordina di alzarci in piedi. Tutti ci guardano sorpresi, è una modalità nuova.

il mio nome, quasi urlato: due.
il nome della mia compagna: due.

Sconvolta chiedo perché e mi viene risposto di non essere arrogante, l’arroganza è peccato mortale. Insisto, tremante.” Vergognati”, è la risposta. Ormai in lacrime, di rabbia, non demordo.

L’accusa è di aver copiato. Per entrambe. Insisto, è farina del mio sacco.
Anna ha copiato da un libro che aveva in casa, lo so.

Ma non mi riguarda. Non ho dubbi in proposito. Alla fine mi alza il voto ad un insulso cinque e mi insulta dicendo che mi resterà sulla coscienza avere avuto un voto più alto della mia amica per via delle proteste che ho osato fare.

Non ho paura, le chiedo copia del tema da portare a mia madre. Sono decisa. Lo faccio.
Il tema finisce in presidenza, ricordo i tacchi di mia madre lungo il corridoio.
Il due poi cinque diventa un nove. Con le scuse del preside.

Da quel momento Donna Alotto mi controllerà a vista. Senza sorrisi e senza chiarimenti.

All’esame di terza media sarò l’unica che dovrà portare a memoria stralci della Divina Commedia. Pagine e pagine. Tanto Dante mi è sempre piaciuto, tanto.

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